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DIC

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Nomarski o Differential Interference Contrast (DIC) è una tecnica di microscopia inventata da Georges Nomarski a metà degli anni '50. Questo metodo viene utilizzato per soggetti, vivi o colorati, che contengono poco o nessun contrasto ottico quando visualizzati in campo chiaro.
Il procedimento teorico di questo metodo è abbastanza complesso, la luce proveniente della sorgente di illuminazione viene fatta passare attraverso un polarizzatore situato sotto il condensatore, in modo simile alla microscopia a luce polarizzata. La luce polarizzata quindi passa attraverso un prisma di Wollaston modificato (al di sotto del condensatore) che divide il fascio di luce in due fasci che viaggiano in direzioni leggermente diverse, ma perpendicolari tra loro, e quindi non in grado di ricombinarsi per causare interferenze. La distanza tra i due fasci si chiama distanza "shear", ed è sempre inferiore alla capacità di risolvenza dell'obiettivo, questo per evitare la comparsa di immagini doppie. I fasci di luce, divisi, passano attraverso il campione dove i loro percorsi sono alterati causa il diverso spessore del preparato e il suo indice di rifrazione. Quando i raggi paralleli entrano nell'obiettivo, vengono concentrati al di sopra del piano focale, dove entrano in un secondo prisma Wollaston modificato che ricombina i due fasci in una distanza definita al di fuori del prisma. Ciò elimina lo "shear" e la differenza di percorso originale tra la coppia di raggi. Tuttavia, i raggi paralleli non hanno più la stessa lunghezza a causa dei cambi di percorso causati dal campione. Al fine di far interferire i raggi paralleli l'uno con con l'altro, le vibrazioni dei raggi di lunghezza diversa devono essere portati sullo stesso piano e asse. Ciò si ottiene inserendo un secondo polarizzatore(analizzatore) sopra il prisma superiore Wollaston. La Microscopia DIC fa apparire luminoso (o colorato) un lato dell'oggetto, mentre l'altro appare più scuro (o di un colore diverso). Questo effetto ombra conferisce un aspetto pseudo tridimensionale al modello, ma non è una rappresentazione fedele della geometria del campione, perché si basa su uno spessore ottico. L'aspetto pseudo tridimensionale del campione può essere anche profondamente influenzato dalla sua posizione, la rotazione, cioè, del campione di 180 gradi può cambiare una collina in una valle o viceversa. Pertanto, la microscopia DIC non è adatta per la misurazione precisa dell' altezza e della profondità reale del soggetto.
L'utilizzo di questa tecnica porta numerosi vantaggi rispetto alle altre tecniche ed, in particolare, alla microscopia in contrasto di fase.
La microscopia DIC permette di sfruttare maggiormente l'apertura numerica del sistema perché, a differenza della microscopia a contrasto di fase, non vi è l'anello di fase a limitare l'apertura dell'obiettivo, inoltre, l'illuminazione di Köhler può essere utilizzata correttamente.

Le immagini possono essere viste anche a colori (compensatori lambda) con un aspetto a 3 dimensioni e con una risoluzione eccellente. Non ci sono aloni di disturbo, come si possono incontrare nelle immagini di fase. Il DIC inoltre, è superbo per lo studio delle cellule viventi, in quanto non è invasivo e offre la possibilità, in tempo reale, di seguire con facilità la circolazione di piccoli organelli all'interno delle cellule.
Ci sono però diversi svantaggi in microscopia DIC, le attrezzature necessarie per questa tecnica sono molto costose a causa dei tanti prismi che sono necessari, preparati birifrangenti, come quelli relativi a molti tipi di cristalli, possono non essere adatti a causa del loro effetto sulla luce polarizzata. Analogamente, slide in plastica, recipienti per colture, capsule di Petri ecc, possono non essere idonei allo scopo.
Si prestano bene ad essere osservati con questa tecnica cellule, protisti, diatomee, batteri, microsrganismi, ecc.

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